martedì 16 novembre 2010

ORRORE AL MONTE DI PROCIDA - PARLANO I MEDICI

L'ASSASSINO DUE SETTIMANE PRIMA AVEVA AGGREDITO LA MADRE
MA PER I MEDICI CHE LO TENEVANO IN CURA NON ERA PERICOLOSO

di Gennaro Del Giudice
in primo piano sul "Roma" martedì 16 novembre 2010

MONTE DI PROCIDA. All’indomani della tragedia si cercano risposte, “perché quell’uomo affetto da psicosi bipolare che alternava stati di maniacalità a fasi depressive e che faceva uso di sostanze stupefacenti domenica sera si trovava in quella casa”. Antonio Raffaele Spinelli, il 29enne assassino della piccola Sofia, appena 54 giorni di vita, era in cura, da tempo presso l'Unità Operativa di Salute Mentale di Pozzuoli. Tredici anni fa era anche stato in una comunità terapeutica con “doppia diagnosi”, per quelle persone che hanno disturbi psichici ma anche problemi di tossicodipendenza. Respingono ogni alone di dubbio i medici su una possibile “leggerezza” commessa da chi avrebbe dovuto vegliare sulla pericolosità di quell’uomo "Non si è trattato di una situazione di allarme non ascoltata. Come dire: niente faceva presagire un gesto del genere". A 16 anni Antonio Raffaele faceva già uso di sostanze stupefacenti, cocaina "Aveva seguito l'intero percorso e ne era uscito bene - spiega Gennaro Perrino, primario del centro di via Antonino Pio, al Rione Toiano - ma poi, secondo quanto ci risulta, ha ripreso a fare uso di droga". Problemi psichici e droga, un mix che non avrebbe fatto presagire alla “pericolosità” del 29enne. Lo scorso 27 ottobre, qualche giorno dopo il rimpatrio dagli Stati Uniti d’America, dove il padre Carlo Raffaele, 62enne pizzaiolo è titolare di un ristorante, Antonio Raffaele aggredì la madre nell’abitazione dove 18 giorni dopo commetterà l’orribile delitto ai danni della nipotina. Urla e spintoni contro la madre 54enne quel giorno, la segnalazione della violenza domestica che giunse al comando di polizia municipale di Monte di Procida. Sul posto agenti e medici dell'Unità Operativa del centro di Igiene mentale. ”Quel giorno tra le 13,30 e le 14,30 presso l’abitazione di via Seconda Traversa Filomarino, intervennero tre nostri agenti” racconta il comandante del corpo di polizia municipale del comune di Monte di Procida Ugo Mancino mentre a conferma del suo racconto mostra i turni di servizio riportati sul “brogliaccio” “A quanto pare c’erano stati spintoni e un’aggressione verbale da parte dell’uomo ai danni della madre, al nostro ufficio arrivò una segnalazione e immediatamente intervenimmo. Tre vigili seguirono la vicenda sul posto, intervennero anche i sanitari dell’Asl, ma successivamente non fu data nessuna segnalazione agli organi preposti pertanto l’uomo rimase nella sua abitazione. Diversamente, saremmo dovuti intervenire come polizia sanitaria scortando sanitari e paziente presso il primo centro di igiene mentale disponibile ”I sanitari ritennero quindi di non condurre quello che 18 giorni dopo si scoprirà un assassino in un centro di igiene mentale “Quel giorno fu sottoposto ad un intervento di cure domiciliari. Poi, il giorno dopo, si presentò regolarmente al controllo. Rifiutò di assumere i neurolettici, decidendo di fare uso solo degli stabilizzanti dell'umore” spiega ancora il primario Gennaro Pennino “Gli fu riscontrata un'ansia reattiva, ma non c'era una situazione di grosso allarme”. Fatto che dimostra come l’uomo non fu sottoposto ad un trattamento obbligatorio da parte dei sanitari “Non c'erano gli estremi. Del resto che la situazione non fosse allarmante, lo dimostra anche il comportamento dei suoi stessi familiari che non ci hanno mai segnalato situazioni particolarmente pericolose".

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