BACOLI. L’intera città di Bacoli si è fermata ieri, per regalare l’ultimo saluto ai suoi “tre angeli” Arpino, Vincenzo e Gennaro, morti in un tragico incidente stradale tra due motoveicoli. Una mattinata surreale, calma, silenziosa. Strade deserte, vuote, in una calda e torbida domenica di agosto, quando centinaia di automobilisti ingorgano le strade della città, diretti verso le spiagge.
domenica 23 agosto 2009
MIGLIAIA DI PRESONE AI FUNERALI
PER L'ULTIMO SALUTO A VINCENZO, ARPINO E GENNARO
BACOLI. L’intera città di Bacoli si è fermata ieri, per regalare l’ultimo saluto ai suoi “tre angeli” Arpino, Vincenzo e Gennaro, morti in un tragico incidente stradale tra due motoveicoli. Una mattinata surreale, calma, silenziosa. Strade deserte, vuote, in una calda e torbida domenica di agosto, quando centinaia di automobilisti ingorgano le strade della città, diretti verso le spiagge.
di Gennaro Del Giudice
pubblicato dal quotidiano "Roma" lunedì 24 agosto2009
BACOLI. L’intera città di Bacoli si è fermata ieri, per regalare l’ultimo saluto ai suoi “tre angeli” Arpino, Vincenzo e Gennaro, morti in un tragico incidente stradale tra due motoveicoli. Una mattinata surreale, calma, silenziosa. Strade deserte, vuote, in una calda e torbida domenica di agosto, quando centinaia di automobilisti ingorgano le strade della città, diretti verso le spiagge.
Alle 9 in punto la salma di Arpino Tiano lascia l’abitazione nella quale il giovane ventenne viveva con i genitori, il fratellino e la sorella. Un silenzioso corteo composto da centinaia di persone ha accompagnato la bara bianca dal civico 57 di via Cuma fino alla piccola chiesetta della “Maria Santissima Annunziata”, dove il parroco, padre Giorgio, ha officiato la funzione religiosa. Uomini di ogni età, donne, bambini e tanti, tantissimi adolescenti, coetanei di Arpino, dentro e fuori la piccola chiesa, per strada, affacciati ai balconi, raccolti in un silenzio surreale, che si è protratto anche all’uscita della bara del giovane, immersa tra rose bianche. Nemmeno un applauso, una parola, solo lacrime, silenziose, sui volti di tutti, quasi a voler preservare quella compostezza, quel silenzio intriso di tristezza.
“Saremo felici perché vivrete nei nostri ricordi vi amiamo” è lo striscione esposto dai “ragazzi della villetta” nel cortile dell’altra parrocchia di Bacoli, “San Gioacchino”, dove un applauso salutava ancora altre bianche, quelle di Gennaro Illiano e Vincenzo Ranieri, che quella maledetta notte tra mercoledì e giovedì, erano come sempre insieme, in via Lido Miliscola, lungo la strada dei divertimenti, delle spiagge, della movida, dove si è spezzata la loro breve esistenza. “Enzo e Genny non sono andati via, sono qui in mezzo a noi, sono accanto a me, per dirvi di stare attenti, di aprire gli occhi, per non andare indietro a false illusioni. E’ il monito di Padre Giovanni Spina, parroco della chiesa, che ha parlato alle centinaia di giovani, presenti invitando loro a “disdegnare le allegrie artificiali, gli sballi”. Una cerimonia struggente, che il giovane prete ha fatto fatica a dare inizio per la grande folla che si è stretta intorno alle due bare dei giovani e ai familiari, quando hanno fatto ingresso nella parrocchia. Più di mille persone hanno gremito la chiesa di “San Gioacchino”, dove all’ingresso c’erano due grandi cartelloni, raffiguranti Enzo e Genny, ritratti in momenti di divertimento, di baldoria, di allegria. Due scroscianti applausi all’ingresso e all’uscita dei feretri, accompagnati da tante rose bianche, come volevano gli amici.
“E’ assurdo vedere tanti ragazzini piangere, scambiarsi condoglianze tra loro” dice una signora all’esterno della chiesa.Tante lacrime, troppe, per tre morti assurde, inaccettabili. E che non hanno ancora una spiegazione, una dinamica esatta. C’è da spiegare come la moto di grossa cilindrata, una Honda Hornets 600 alla guida della quale c’era Vincenzo Ranieri in compagnia di Gennaro Illiano, e lo scooter Piaggio Beverly 300 sul quale viaggiava Arpino Tiano si siano scontrati al centro della linea di mezzeria tra due opposti sensi di marcia. Se l’impatto fatale sia stato provocato da una distrazione di uno dei due conducenti dei mezzi, oltre che dall’alta velocità, o da altre cause. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire quei minuti prima dell’impatto fatale. Per dare una spiegazione a questo tragico, assurdo, incidente.
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