di Gennaro Del Giudice
pubblicato dal quotidiano "Roma" sabato 22 agosto 2009
Nel frattempo, il commissario prefettizio al comune di Bacoli, Umberto Cimmino, non ha ritenuto opportuno proclamare, a seguito della morte dei 3 giovani, il lutto cittadino.
Si susseguono, intanto, le ipotesi per spiegare l’esatta dinamica dell’incidente avvenuto all’una e venti di giovedì notte, nei pressi del civico 35 di via Lido Miliscola, di fronte ad un noto stabilimento balneare. Oltre all’ipotesi dello scontro frontale, avvenuto, a quanto pare, a causa di una distrazione da parte di uno dei due conducenti dei mezzi, oltre che dalla elevata velocità di uno o di entrambi i mezzi, altre possibili cause non vengono escluse. E a quanto pare, sembrerebbe che i tre si conoscessero, e che quella sera avessero trascorso delle ore insieme ad altri amici presso un locale sulla spiaggia di Capomiseno. Una tragica fatalità che ha visto tre amici essere vittime di uno scontro frontale? Saranno le indagini e i risultati dell’autopsia a chiarire le esatte cause del decesso e se i tre giovani quella sera abbiano fatto uso di alcol o sostanze stupefacenti. Semplici ipotesi respinte fermamente da quanti conoscevano Vincenzo, Gennaro e Arpino, da tutti stimati e voluti bene. E proprio Miriam, una cugina di Vincenzo Ranieri, il venticinquenne alla guida della Honda Hornets, che dal social network Facebook difende il cugino da quello che definisce “lo scempio degli ultimi due giorni”, rispondendo a coloro che hanno ipotizzato una mancanza di lucidità dei conducenti delle due moto: “Non permetto né a te né a nessuno che la pensa come te (purtroppo sono molti i cattivi, ipocriti e falsi moralisti) di dire che sia mio cugino sia gli altri due ragazzi erano degli ubriaconi e che sono morti perché stavano tutti fatti!!! Erano tre bravi ragazzi che andavano a lavorare e amavano la vita e divertirsi”. Bravi ragazzi e lavoratori. Un pensiero unanime di chi li conosceva. Vincenzo aveva perso il papà dodici anni fa, viveva con la madre nel centro di Bacoli, dove lavorava come tappezziere in un negozio di tendaggi. Della stessa zona era anche Gennaro Illiano, ventenne, che con lui si trovava in sella alla motocicletta. Lavorava saltuariamente come cuoco ed aiuto-cuoco nei locali di Miseno e Miliscola. Suo padre, Biagio, è un dipendente del comune di Bacoli. Mentre a qualche chilometro da lì, nella zona di Cuma, abitava Arpino Tiano, l’altro ventenne che era alla guida del suo Beverly 300. Aveva conseguito il diploma di geometra presso l’Istituto Tecnico “Vilfredo Pareto” e nell’attesa di un impiego più stabile aiutava il padre, lavorando come piastrellista.
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