venerdì 28 agosto 2009

SABATO 29 I FUNERALI DI RICCARDO ILLIANO

INTANTO I FAMILIARI DI RANIERI E ILLIANO SMENTISCONO: "AVEVANO IL CASCO"

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato dal "Roma" sabato 29 agosto 09

BACOLI. Saranno celebrati oggi, alle ore 16.30, presso la chiesa “Annunziata e Santa Cristina” al Fusaro, i funerali di Riccardo Illiano, il sedicenne morto lunedì sera a seguito di un incidente che lo ha visto coinvolto, in compagnia di un amico, mentre era alla guida di un motorino Honda SH125. Il giovane, che risiedeva a Cuma insieme ai nonni, dopo aver perso il controllo del mezzo di proprietà dell’amico Gionatan Gatto, 23 anni, residente a Pozzuoli, andava a finire contro il marciapiede e il muretto che costeggiano via Lido Miliscola. Un impatto violentissimo, risultato fatale per il sedicenne, che moriva sul colpo. Mentre il 23enne che era con lui rimaneva ferito nell’impatto e ricoverato in prognosi riservata, presso l’ospedale “La Schiana” di Pozzuoli.
L’ennesima vittima della strada in meno di una settimana. Per la quale un’intera città si fermerà, per regalare l’ultimo saluto, per stringersi intorno al dolore della famiglia del povero “Riccardino”, per versare tante lacrime su un’altra bara bianca, dopo quelle versate appena qualche giorno fa, domenica scorsa, quando migliaia di persone tributarono l’ultimo saluto ad Arpino, Gennaro e Vincenzo.

Una città sotto choc, ancora incredula per quanto è accaduto, che non riesce a darsi una spiegazione per quattro morti, quattro giovani vite spezzate. Ragazzi per bene, di buone famiglie, conosciuti e voluti bene da tutti. Si cercano di ricostruire gli attimi che hanno preceduto i due terribili eventi, cercare responsabili, cause, colpe. Polemiche sulle condizioni della strada, che potrebbero aver influito, in parte, nelle dinamiche dei tragici avvenimenti e sulla condotta di guida dei mezzi e sull’uso dei caschi di protezione. I parenti delle vittime respingono ogni ipotesi che vedrebbe i propri cari, al momento degli incidenti, non indossare il casco di protezione. Sia il padre di Gennaro Illiano che lo zio di Vincenzo Ranieri, i due amici che in sella alla moto Honda Hornets600 si scontrarono frontalmente nella notte tra mercoledì 19 e giovedì 20 Agosto contro il motorino Beverly 300 guidato dal ventenne Arpino Tiano, affermano che i propri cari al momento dell’impatto avevano il casco di protezione.”Sfido chiunque a dimostrare che i ragazzi non indossavano i caschi” afferma Biagio Illiano, papà di Gennaro. Mentre Gennaro Ranieri, zio di Vincenzo, afferma che “Ci sono dei testimoni i quali dicono di aver visto i ragazzi con i caschi. Sul luogo dell’incidente c’erano 3 caschi, uno era chiuso ed allacciato, un altro a terra che poi successivamente è scomparso ed uno rosa vicino al motorino di Arpino, che probabilmente doveva essere della fidanzata. E da ciò deduco che se Arpino aveva il casco di un altra è probabile che lo indossasse anche lui. “E fa un’ ipotesi sconcertante:”Forse tra le numerose persone che c’erano sul luogo dell’incidente qualche sciacallo avrà rubato i caschi, ecco perché non sono stati ritrovati tutti”. Uno scenario diverso quello trovato dai carabinieri sul luogo dell’incidente. Infatti, dai verbali redatti dai militari del commissariato di Bacoli e della compagnia di Pozzuoli, emerge che sul luogo dell’incidente che ha visto coinvolti i due motoveicoli sarebbe stato ritrovato un solo casco, allacciato e chiuso, mentre nel successivo incidente, che ha provocato la morte del sedicenne Riccardo Illiano, non sarebbe stato trovato nessun casco. Saranno le indagini condotte dai magistrati incaricati dalla procura di Napoli a chiarire le dinamiche esatte dei due tragici incidenti e a dare certezze sulle reali cause che hanno provocato la morte di quattro giovanissimi, diventati per un’intera città “quattro angeli”.

1 commento:

  1. sono un papa' di un ragazzo di vent'anni che conosceva e frquentava sia il povero Arpino che il piccolo Riccardo, non facciamo inutili polemiche, rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di insegnare ai nostri figli innanzitutto il rispetto per se stessi, purtroppo io vivo nel terrore di una telefonata notturna che spero mai arrivi. Questi ANGELI volati al cielo siano di monito per tutti noi. non permettiamo mai più che bare bianche entrino in chiesa, la colpa è di tutti noi

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