La stazione di Licola, lungo la linea della Circumflegrea sulla tratta Montesanto – Torregaveta, rappresenta da tempo un importante snodo ferroviario. Da lì infatti sono numerosi i pendolari che quotidianamente si servono dei treni per dirigersi verso i quartieri dell’hinterland napoletano e il cuore del centro storico di Napoli. Utenti che giungono dalla vasta area che racchiude Licola Borgo, Licola mare, Varcaturo e Lago Patria da dove numerosi residenti si servono e che consiste per loro il mezzo di trasporto su strada ferrata più facilmente raggiungibile. Un potenziale bacino di utenza che supererebbe diverse migliaia di unità, che a piedi e in auto giungono alla struttura posta lungo via dei Platani, in prossimità della chiesa di San Massimo, zona Licola Borgo.
Poi un cancello verde con tanto di catena a volte aperto per metà altre per intero, quasi ad “uso privato”, che da accesso ad un secondo spiazzale a quanto pare anche questo privato all’interno del quale alcune auto vengono parcheggiate, presumibilmente, dai dipendenti ferroviari. Poi la stazione, con la sala d’attesa e la biglietteria, la banchina per la sosta in prossimità dei binari. Tutt’intorno disegni e testi dei “graffitari”, dai più ritenuti i teppisti di turno. All’ingresso della stazione c’è la passerella per gli handicappati, che da accesso ad una porta di fianco a quella principale. E’ chiusa. Forse perché non ci sono carrozzine in vista. “Ma se un disabile vorrebbe passare” si chiede Luca, uno studente di 23 anni residente a Varcatuto e diretto lunedì mattina a Montesanto “Sarebbe costretto a dover aprire lui la porta e nel caso fosse chiusa chiedere la chiave ed attendere che qualcuno venga ad aprire?” All’interno le macchinette obliteratrici con apertura automatica e panchine per l’attesa. Ma dentro fa freddo, se c’è il sole meglio stare fuori, sulla banchina. Un alto marciapiede che porta verso il passaggio a livello poco distante.