lunedì 1 febbraio 2010

OPERAIO DELLA "CAB SPA" MINACCIA DI BUTTARSI GIU' DAL TETTO DELL'AZIENDA CHE LO HA LICENZIATO

LA DITTA NON VUOLE ACCOGLIERE LE RICHIESTE DEL LAVORATORE - L'UOMO PER ORE SUL TETTO DELLO STABILIMENTO - SUL POSTO POLIZIA, VIGILI DEL FUOCO E UNITA' DI SALVATAGGIO - OGGI INCONTRO CON IL SINDACO GIACOBBE PER TENTARE UNA MEDIAZIONE
di Gennaro Del Giudice
(foto di Angelo Greco)
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" martedì 2 febbraio 2010
POZZUOLI. E’ rimasto per l’intera mattinata di ieri sul tetto dell’azienda che appena una settimana fa lo ha messo mobilità, minacciando di gettarsi nel vuoto. Domenico Di Fraia, 35 anni, operaio della CAB Spa, in preda alla disperazione, ha minacciato di ricorrere ad un gesto estremo se i dirigenti dell’azienda metal meccanica, specializzata nella produzione di macchine per gelati e refrigeratori di bevande, per la quale lavora da oltre 10 anni non deciderà di ritirare la messa in mobilità, preambolo al licenziamento.“Ho un figlio di appena 18 mesi, una moglie e un mutuo per la casa da pagare, fatto grazie ai soldi che guadagno qui. Con difficoltà arrivo a fine mese. Come farò se mi licenziano?” urlava disperato. Con lui, sul tetto, ad oltre 10 metri di altezza, due colleghi, che lo trattenevano dall’intento. Mentre sul piazzale antistante lo stabilimento, uomini della polizia, vigili del fuoco e un’unità di salvataggio, tenevano sotto controllo la situazione.
Tutt’intorno, numerosi tra colleghi, rappresentanti sindacali, semplici passanti, col fiato sospeso.
Tensione, slogan contro la dirigenza da parte dei dipendenti che dalle prime ore della mattinata avevano organizzato un sit-in di protesta, solidali con il proprio collega. Una protesta che va avanti da oltre una settimana, da quando l’azienda ha consegnato a Di Fraia la lettera di messa in mobilità, seguita a quella per altri 7 dipendenti, i quali hanno accettato senza alcun problema, a fronte di un incentivo economico. Lui non ha accettato, ha chiesto di rimanere a lavorare. Appoggiato dai sindacati e da gran parte dei 17 colleghi rimasti. Che per scongiurare il licenziamento del compagno di lavoro, tra le tante soluzioni offerte alla dirigenza della CAB, hanno proposto di pagare loro lo stipendio trattenendosi 100 euro dalla busta paga. In mattinata, un incontro tra i sindacati e la dirigenza non era andato buon fine, facendo scattare le ire dell’operaio, che si è precipitato sul tetto dell’edificio, minacciando di buttarsi nel vuoto.
“Andremo avanti ricorrendo all’articolo 28 con procedura d’urgenza” afferma Maurizio Mascoli, segretario Fiom-Cgil Campania “L’azienda non ha voluto venire incontro alle richieste dei lavoratori, agendo unilateralmente, nonostante l’anno scorso era stato già trovato un accordo. Tutte le proposte sono state rigettate, compreso il ricorso alla Cassa Integrazione. E’ evidente l’obiettivo di voler scendere al di sotto dei 15 dipendenti”. Durante la protesta, all’interno dell’azienda, secondo quanto raccontato dai manifestanti, erano presenti 4 impiegati,la titolare e il manager i quali contattati telefonicamente, non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione in merito. L’uomo è sceso dal tetto dopo quasi 8 ore, quando è arrivata la comunicazione di un incontro con il sindaco di Pozzuoli che si terrà oggi, al quale parteciperanno sindacati e dirigenti dell’azienda, per trovare una soluzione alla vicenda.

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