mercoledì 24 febbraio 2010

REPORTAGE

VIAGGIO TRA LE STAZIONI DELLE LINEE FERROVIARIE "CUMANA" E "CIRCUMFLEGREA" DEI CAMPI FLEGREI

di Gennaro Del Giudice

PRIMA PUNTATA

Percorrendo due diversi percorsi, la rete ferroviaria della S.E.P.S.A collega il cuore della metropoli napoletana con l’estremità della costa flegrea lungo due strade ferrate. E’ dal 1883 che la “Società per l’Esercizio di Pubblici Servizi Anonima” serve migliaia di cittadini sulle due tratte che da Montesanto a Torregaveta si ricongiungono alla fine dei precorsi, costituendo una sorta di anello tutt’intorno alla vasta area geografica che racchiude quartieri e strade di Napoli e provincia. Una è denominata “Circumflegrea”, attraversa l’entroterra per 27 chilometri, tra i quartieri occidentali di Soccavo e Pianura e le località di Quarto Flegreo, Licola e Cuma. L’altra è la Cumana, che percorre 20 chilometri sul lato “mare” parallelo a quello precedente. Sia a Torregaveta che a Montesanto appunto, la linea Circumflegrea si congiunge con la linea Cumana, costituendo un anello chiuso e consentendo, in tal modo, alle estreme zone flegree di essere servite, in maniera rapida ed economica, da una doppia linea ferroviaria sviluppatasi per il 40% su un territorio del Comune di Napoli e per il 60% sui territori dei Comuni limitrofi.
In esercizio fin dal 1889, il servizio della SEPSA collega il centro urbano della città di Napoli con Torregaveta nel comune di Bacoli, attraversando il tessuto urbano della città stessa, tra Corso Vittorio Emanuele, Fuorigrotta, Bagnoli e popolosi centri quali Pozzuoli, Arco Felice, Baia, Fusaro. Un coast to coast di questi “ciucci di ferro” (così venivano chiamati i treni a Bacoli) che inizia all’alba di ogni giorno per terminare in tarda serata, oltre le 22. Migliaia gli utenti serviti lungo tutta la giornata, che nelle ore di punta affollano all’inverosimile stazioni e carrozze. Fermate che spesso hanno la parvenza di autentiche “oasi nel deserto” quando ci si mette il piede sull’ultimo degli alti scalini, scendendo dal treno. Inizialmente ad un solo binario, nel corso degli anni è diventata fondamentale la presenza della doppia linea. In corso di realizzazione dal 1975, dove si iniziò a lavorare sulla tratta della Cumana. Tutt’ora la doppia linea è ancora in corso d’opera, costringendo gli utenti durante il proprio viaggio, a lunghe attese per le “coincidenze”. Treni che devono ritrovarsi nella stessa stazione per poi riprendere il percorso ad un solo binario. Lungo la Circumflegrea 3 sono le “soste”: Quarto, Pianura e Soccavo, dove il doppio binario permette di vedere due treni, uno accanto all’altro.
E’ in atto un programma di ammodernamento che prosegue da numerosi anni, che dovrebbe rendere la linea efficiente. Stazioni all’avanguardia, spesso assumono la parvenza di piccoli box di acciaio, per la freddezza data dalla modernità degli interni. Sulla linea Cumana, già con l’avvento dei Mondiali del 1990 alcune “fermate” furono dall’ondata “ammodernatrice”, come quella di piazzale Tecchio “Mostra”. Alla quale oggi si oppone la vecchia stazione de “I Cappuccini” a via Napoli. Stesso discorso dall’altra parte, sull’altra linea. Ai milioni euro spesi per l’ultramoderna stazione di Montesanto, si oppongono i “tristi” scenari di “Grotta del Sole” a Monterusciello, Licola e Pisani. Quasi dei manufatti in stile “casa Cantoniera”, un marciapiede qua e la tra due binari (l’atro è fuori uso) e la stazione sembra fatta. Un viaggio, quello degli utenti dell’azienda di trasporti che dal 1997 la S.E.P.S.A. aderisce al Consorzio Napolipass per la realizzazione della tariffa integrata Giranapoli ed Unico Campania, riguardante tutti i servizi di trasporto pubblico eserciti all'interno del Comune di Napoli.
Al costo di 1 euro e 10 centesimi, si viaggia da un capo all’altro, tra numerosi scenari, realtà, all’interno di vagoni segnati dal tempo e dagli attacchi dei “writer” che hanno reso i finestrini un “mosaico” di colori. Dal caos dei quartieri popolosi, Pianura e Soccavo, ai passaggi “naturali” di Grotta del Sole e Pisani, all’eleganza della “Mostra” e del “Corso Vittorio Emanuele” al passaggio tra i palazzi de “I Cappuccini” e “Gerolomini” dove i treni fanno tremare i vecchi palazzi, fino al transito con vista sul mare in corrispondenza di “Lucrino” e “Dazio”, il paesaggio che si presenta agli occhi dei viaggiatori è assai variegato. Così come i disagi e le difficoltà. Dal reperire i biglietti, con le biglietterie spesso chiuse, all’obliterazione dei ticket, le quali macchinette non sempre sono funzionanti. Alla sicurezza per i viaggiatori quando scendono dai treni dove, tranne che per il capolinea di Montesanto, la presenza di personale ferroviario, specie nelle ore serali del tutto assente. Fino ad arrivare alle numerose barriere architettoniche per i disabili, costretti a salire su grossi gradoni per accedere ai vari scompartimenti. E una volta scesi dal treno, scavalcare i binari, camminare lungo le grosse brecce di pietra, salire e scendere lungo i vari scaloni per uscire dalla stazione. Quando c’è.

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