di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" giovedì 4 febbraio 2010
POZZUOLI. “Lazzare felici” sarebbe il titolo di una canzone. Ma anche il ritratto di 10 donne, detenute del carcere femminile di Pozzuoli e produttrici del caffè “Lazzarelle”. Un marchio e un prodotto interamente “costruito” all’interno delle mura della casa circondariale puteolano, dove quotidianamente avviene il processo di miscela, torrefazione, essiccazione, confezionamento.Ottenuto da una miscela di chicchi provenienti da Brasile, Guatemala, Colombia, India e Uganda, il “caffè Lazzarelle” è pronto, a breve, per l’immissione sul mercato.
Un progetto, secondo in Italia dopo quello realizzato nell’istituto “Le Vallette” di Torino, partito nel settembre scorso, con 10 donne impegnate quotidianamente per 6 ore e 40 minuti. Un lavoro con la “L” maiuscola, come tengono a precisare gli attuatori del progetto. 210mila euro finanziati dall’assessorato della Regione Campania con decreto datato 18 dicembre 2007. E realizzato grazie all’apporto delle associazioni, che hanno contribuito alla formazione e alla “costruzione” dei nuovi profili professionali. Oltre alla produzione in toto del prodotto, confezionato nei classici pacchetti da 250 grammi dalle detenute, scelte in base all’articolo 21 della legge penitenziaria, sulla base di requisiti giuridici, motivazionali e di buona condotta.
Una fase di start up, seguita a quella di formazione, conclusasi con l’avvio della produzione del prodotto, che ora è chiamato ad approdare sul mercato. E la volontà di rendere il periodo di detenzione non fine a sé stesso, ma finalizzato ad un processo di rieducazione che possa, una volta scontata la pena, consentire un reinserimento nel mondo del lavoro.“Il caffè, che cambia il colore dell’acqua, come metafora di un cambiamento che trasforma le avversità in momenti positivi ” così la direttrice del carcere femminile di Pozzuoli, Stella Scialpi, ha definito l’importanza del progetto messo durante la conferenza di presentazione tenutasi ieri presso l’istituto penitenziario di Pozzuoli.
“Auspico che il grande lavoro profuso intorno a questo progetto, frutto dalla sinergia tra dirigenza penitenziaria, associazioni e istituzioni non resti una cattedrale nel deserto”. A termine della conferenza, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore alle politiche sociali della Regione Campania, Alfonsina De Felice, Don Tonino Palmese, presidente dell’associazione “Libera” e il provveditore dell’amministrazione penitenziaria regionale, Tommaso Contestabile oltre a numerosi rappresentanti di istituzioni e associazioni, il taglio del nastro e la visita ai locali della nuova fabbrica del caffè , dove gli ospiti hanno potuto assaggiare il caffè “Lazzarelle” e gustare un buffet di dolci. Ovviamente realizzato ed offerto dalle detenute.
La mia scoperta sui prodotti a marchio Lazzarelle è recentissima e confesso che mi sono piaciuti tutti!
RispondiEliminaIn primis il loro caffè : gradevole il suo aroma unico...buone anche le tisane e gli infusi...quindi sicuramente prodotti da valorizzare senza dimenticare il loro alto valore sociale...complimenti!