domenica 7 febbraio 2010

REPORTAGE

L'ABBANDONO E IL DEGRADO DELLE SPIAGGE DI LICOLA, BACOLI E POZZUOLI
"TERRE DI NESSUNO" AL TERMINE DELLA STAGIONE ESTIVA
di Gennaro Del Giudice
(foto di Angelo Greco)

D’estate colorate da ombrelloni, sdraio e asciugamano, in inverno tristi distese di sabbia, detriti e rifiuti. Uno scenario dicotomico delle spiagge flegree che dopo i fasti estivi vengono lasciate alla mercè del tempo e dell’inciviltà che per metà anno spadroneggiano lungo i litorali. Ad eccezion fatta per quei tratti gestiti dai privati che mantengono gli arenili puliti e confortevoli anche nella stagione invernale, tutt’intorno lo scenario è da degrado e, senza alcuna esagerazione, da allarme sanitario. Ogni qualsivoglia di rifiuto è presente.
Dalle carcasse di elettrodomestici a quelle di animali, siringhe, bottiglie, gomme di auto, ferraglie, bombole di gas. Una lunga e interminabile lista di tipologie di rifiuti che renderebbe nulla anche la più organizzata delle raccolte differenziate.
Alle condizioni di sporcizia si aggiungono quelle di pericolosità derivanti dalla sicurezza lungo questi tratti di costa. Motorini e addirittura auto che accedono sugli arenili, come il caso del tratto di spiaggia che dalla foce dei depuratori di Licola arriva fino a Torregaveta. Segni tangibili della presenza di 2 e 4 ruote che scorazzano lungo quelle che potrebbero essere delle improvvisate piste di gara.
Da queste parti, negli ultimi mesi anche due cadaveri sono stati rinvenuti, seppelliti sotto la sabbia. Esempi emblematici di autentiche zone “franche”, una sorta di “terre di nessuno”.
Off limits la sera, di giorno pur accessibili le spiagge divengono un percorso ad ostacoli, impervio specie per i genitori intenti a portare in riva al mare i propri bambini. “Attento non toccare la sabbia, potrebbe esserci una siringa” urla un papà al proprio bambino intento a prendere una mazzarella dalla sabbia lungo la riva che costeggia il tratto di spiaggia di Miliscola, zona lidi militari. Qui in estate, oltre la corda che delimita la zona per i militari, ci sono migliaia di persone distese a prendere il sole, gratuitamente. E nonostante ciò l’arenile è pulito, reso tale dai militari che nella “pulita generale” sconfinano fino a riva. Qui fortunatamente non c’è quella massa ingombrante di rifiuti che, in un viaggio ideale partendo da Licola, passando per Torregaveta e Miseno, ci porta ad Arco Felice, in un tour tra la sporcizia lungo tutta la costa flegrea. Dove l’aggettivo “pericoloso” non è un eufemismo.
Qui, nei pressi del lido “Le Monachelle” adiacente agli ex stabilimenti Pirelli, le montagne di detriti non si contano. Nonostante lo sforzo degli Lsu comunali, che in diversi periodo dell’anno intervengono, lo scenario è da disarmante.
Cosa non c’è sarebbe la domanda più idonea. Quale rifiuto non è presente? Alle spalle i resti rovinosi di strutture abbandonate al degrado e occupate da extracomunitari. Un viaggio che passa per la zona portuale di Pozzuoli e si conclude tra i “sassoloni” di Via Napoli. Dove è arduo passeggiare in riva al mare, scendendo dalle scale del nuovissimo lungomare “Sandro Pertini”. Chilometri di costa abbandonata a sé stessa, preda dell’inciviltà e dell’abbandono. Che senza alcuna retorica non hanno nulla a che invidiare alle più rinomate e blasonate spiagge della Riviera Romagnola.

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