LE OPERATRICI "AIAS" CHIEDONO MAGGIORI GARANZIE LAVORATIVEdi Gennaro Del Giudicearticolo pubblicato sul quotidiano "Roma" martedì 9 febbraio 2010
POZZUOLI. Hanno deciso di bloccare l’assistenza ai bambini disabili nelle scuole, a malincuore, per avere risposte e garanzie sul proprio lavoro, esercitato più per amore che per soldi. Preoccupate dalla loro precaria condizione lavorativa, nella quale sono chiamate ad operare da diversi anni, un gruppo di operatrici socio-sanitarie ieri mattina ha deciso di protestare fino a che non riceveranno garanzie sul proprio futuro. Numerose le problematiche alle quali chiedono una risposta le dipendenti dell’associazione “A.I.A.S.”, una Onlus con sede a Casoria che fornisce servizi di assistenza scolastica ai bambini diversamente abili nel comune di Pozzuoli. Chiedono che venga fatto firmare un contratto per tutte le 15 operatrici socio assistenziali e sanitarie “OSA” e “OSS”, impegnate con oltre 30 bambini diversamente abili. Infatti, secondo la denuncia, sarebbero solo 7 le lavoratrici che avrebbero firmato un contratto a progetto con l’associazione con decorrenza dal mese di dicembre, mentre l’attività lavorativa avrebbe avuto inizio con l’apertura delle scuole. Associazione che si è aggiudicata il servizio di assistenza subentrando dopo l’esclusione per presunte infiltrazioni camorristiche della ditta vincitrice del bando di gara del quale il comune di Pozzuoli è committente. Per la quale, con contratti Co.co.pro, gran parte delle attuali lavoratrici AIAS hanno lavorato l’anno scorso, arrivando a percepire attraverso 3 mensilità, circa 2400 euro per l’intera stagione lavorativa. Secondo quanto raccontato dalle assistenti che nella mattinata di ieri si sono radunate presso il centro servizi sociali del comune di Pozzuoli per chiedere garanzie sul loro status lavorativo, il lavoro sarebbe stato svolto finora sotto forma di volontariato.
Per 5,50 euro all’ora per circa 15 ore settimanali, per una retribuzione mensile che non supera i 200 euro. E che non sempre, secondo quanto denunciano, viene erogato secondo le scadenze. Infatti, l’ultimo stipendio ricevuto risalirebbe al mese di dicembre, relativo alle prestazioni lavorative di ottobre. Tra le loro richieste, il rispetto degli obblighi contrattuali, la richiesta di una continuità lavorativa e un riconoscimento professionale del proprio lavoro. Chiedono anche corsi di aggiornamento, un “supporto” al lavoro da parte della propria azienda, che denunciano essere assente. Il lavoro scadrà, come tutti gli anni, a giugno con la chiusura delle scuole, per poi ripartire con il nuovo anno scolastico. Sempre tra l’incertezza che, per molte di loro, le accompagna da oltre 10 anni. All’oscuro dello stato di agitazione il presidente dell’AIAS, Salvatore Giacometti, che rassicura sui contratti “Oggi(ieri) è stata fatta la comunicazione ad Inps e Inail. I contratti sono stati stipulati da ottobre e via via sottoscritti per tutte le lavoratrici, pertanto ora sono tutte sotto contratto. Solo la settimana scorsa abbiamo firmato il contratto al comune” Inoltre tende a precisare come “Nonostante non abbiamo ancora avuto soldi dal comune di Pozzuoli abbiamo noi anticipato di tasca nostra la mensilità di ottobre”. Mentre l’assessore alle politiche sociali Andrea Ferro, dopo aver ricevuto una delegazioni di lavoratrici annuncia la convocazione di un tavolo di trattative con lo stesso Giacometti “Invierò una lettera chiedendo entro una settimana un tavolo di concertazione per discutere della situazione. Siamo tenuti a “vigilare” in quanto committenti, laddove non siano rispettati i punti contrattuali e per coloro che non hanno ancora un contratto, chiederemo la immediata regolarizzazione” L’assessore alle Risorse Strategiche e Avvocatura del comune di Pozzuoli Luigi Fiandra “Non sono a conoscenza della questione. Immagino che il ritardo dei pagamenti alla ditta sia derivante da una questione burocratica. Quando non vengono erogati soldi è perché c’è una insolvenza da parte della ditta o un ritardo dovuto ad atti burocratici” Mentre l’assessore alla pubblica istruzione Vitale Cotena, ha affermato di non essere ancora a conoscenza delle problematiche delle dipendenti dell’associazione né della protesta che creerebbe seri problemi ai piccoli portatori di handicap “Non sono al corrente di quanto è successo stamani” “Non essendo a conoscenza dei fatti devo prenderne atto e poi valutare” Nel frattempo, numerosi sono gli interrogativi che si pongono le operatrici e da ora in poi, se la protesta non rientrerà anche i genitori dei bambini portatori di handicap. Chi darà assistenza ai piccoli durante le ore scolastiche? Perché il contratto col comune è stato firmato solo una settimana fa quando invece il servizio è iniziato con l’inizio dell’attività scolastica? Ora le dipendenti saranno pagate dal primo giorno di lavoro o dalla data di inizio del contratto che hanno stipulato con l’associazione? E se pagate fin dal primo giorno, sotto quale forma saranno pagate, essendo volontarie?
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