lunedì 11 gennaio 2010
RISCHIA DI CROLLARE IL COSTONE DI MONTE DI PROCIDA
CITTADINI PREOCCUPATI - L'ALLARME LANCIATO DAL SINDACO DOPO LE ULTIME PIOGGE
di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" martedì 12 gennaio 2010
MONTE DI PROCIDA. “Centinaia di famiglie in pericolo a Monte di Procida”. E’ l’allarme lanciato dal sindaco Francesco Paolo Iannuzzi, che denuncia il pericolo imminente di crollo del costone in località Cimituozzo. Dopo le ondate di maltempo, che da diversi giorni stanno flagellando le coste flegree, causando danni a strutture e servizi, cresce la paura per quelle che potrebbero essere le conseguenze ambientali. Secondo la denuncia del primo cittadino, pubblicata anche sul sito istituzionale del comune, gli ultimi temporali avrebbero aggravato il rischio idrogeologico preesistente. Facendo temere, da un momento all’altro, che il costone possa cedere. Nelle ultime ore infatti, dei detriti si sarebbero staccati dal costone sulla cui sommità sorgono numerose abitazioni, cadendo a valle. Forte è la preoccupazione nella zona, che ha spinto il sindaco Iannuzzi ad inviare una dura nota al coordinatore A.G.C. dott. Luigi Raucci del settore interventi della Protezione Civile e alla Giunta Regionale della Campania “Atteso il lunghissimo tempo decorso, rilevato che si è registrato un ulteriore gravissimo degrado al costone in località Cimituozzo” si legge nella missiva “Si rappresenta che, ogni ulteriore ritardo da parte di codesta Area e Settore di Protezione Civile, poiché ben consci di una situazione gravissima più volte evidenziata, va a configurare un’attività illecita che spazia dall’omissione in atti d’ufficio ad altre ben più gravi ipotesi di reato.
Ma non credo che debba essere questo l’argomento su cui oggi discutere, perché è prioritaria l’incolumità dei miei concittadini. Si resta in attesa di un cortese, urgente riscontro attraverso l’attuazione immediata degli impegni assunti da codesti Uffici”. Una lettera che segue quella del maggio 2009 inviata alla presidenza della Regione Campania e alla Protezione Civile, nella quale “si richiedeva l’assoluta urgenza dell’esecuzione dei lavori per l’aggravamento delle condizioni di stabilità del costone” E denunciando il pericolo per i cittadini “Tale situazione presenta gravi rischi per l’incolumità della popolazione residente a monte del versante in frana e pertanto di ritiene pericoloso l’ulteriore differimento del richiesto intervento. A tal fine il Comune di Monte di Procida manifesta la disponibilità ad assumere il ruolo di soggetto attuatore allorquando la Regione ritenesse opportuno provvedere al trasferimento delle competenze”.
Ne seguì un sopralluogo con tecnici di Regione e Protezione civile, con i quali il sindaco Iannuzzi firmò un verbale nel quale i rappresentanti regionali si impegnavano a predisporre tutti i provvedimenti necessari a consentire la ripresa dei lavori di cui in oggetto entro la seconda decade del mese di novembre”.“Lavori mai iniziati” denuncia il sindaco Iannuzzi, che lo costrinsero ad inviare una seconda missiva il 15 dicembre scorso, inviata al presidente Bassolino e all’assessore regionale Walter Ganapini ed al Prefetto di Napoli Alessandro Pansa nella quale si richiedevano nuovamente gli interventi di messa in sicurezza della zona del Cimituozzo. Ma ad oggi, secondo la denuncia del primo cittadino, a Monte di Procida nulla è stato fatto. E mentre il maltempo tiene in apprensione, anche nelle zone limitrofe i disagi sono numerosi. Come la spiaggia di Acquamorta che, in questi giorni, risulta disseminata di sacchetti e bottiglie in plastica, contenitori di vario tipo, ferraglia e rottami, pezzi di tronchi di alberi ed immondizie varie. Lo stesso dicasi per gli arenili-pattumiera di Miseno, Miliscola, sino a quelli di Licola da un verso, e di Baia, Lucrino, Arco Felice e La Pietra dall'altro. Uno scenario indecoroso che lascia spontaneo qualche interrogativo: quale Ente o Organo, una volta migliorate le condizioni meteo, sarà competente a "pulire"? Il Comune o il Demanio marittimo? Secondo un regolamento, vademecum di "Goletta Verde" di Legambiente, sono i Comuni, su delega delle rispettive Regioni, a dover intervenire "quando spiagge e fascia costiera, rientranti nel demanio marittimo, diventano un bazar del rifiuto". È questa una disposizione codificata, tale da evitare possibili diatribe e/o eventuali conflitti di competenza?
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