martedì 26 ottobre 2010

1500 CHILI DI MARIJUANA SEQUESTRATI A LICOLA

L'ERBA PER UN VALORE DI 12 MILIONI E MEZZO DI EURO NASCOSTA SU UN CAMION E IN UNA SERRA
ARRESTATI DUE CONTADINI, 5 DENUNCIATI A PIEDE LIBERO

di Gennaro Del Giudice
(foto esclusive del sequestro)

LICOLA. Due contadini con 12milioni e 500mila euro di marijuana. Fermati mentre viaggiano a bordo di un camion per un controllo, l’ispezione sotto al telone, tra arbusti e piante il maxi ritrovamento, una tonnellata di marijuana, 1000 chili nascosti sul carrellone del mezzo. Scoperti dai militari i due contadini tentano di fuggire a piedi, scatta l’inseguimento, vengono riacciuffati, avviene una colluttazione, uno dei contadini tenta di strappare la pistola ad un carabiniere. Una volta ammanettati scattano le indagini, qualche ora dopo un secondo maxi ritrovamento a casa di un genitore dei due, ancora altri 500 chili di marijuana ritrovate, in tutto una tonnellata e mezza per un valore di circa 12milioni e mezzo di euro. Il maxi-sequestro a Licola, in via Salvatore Nullo, qualche sera fa. La scoperta fatta dai carabinieri della stazione di varcaturo, che hanno fermato e arrestato in flagranza di reato per trasporto e detenzione illecita di stupefacenti, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale Raffaele Pennacchio, 44 anni, residente a Villaricca, agricoltore incensurato e Vincenzo Marrandino, 46 anni, residente a Giugliano anch’egli agricoltore incensurato. I due stavano viaggiando a bordo di un camion Fiat “OM 40” di quelli utilizzati per il trasporto di materiali da giardinaggio o edilizio lungo la strada che collega la zona di Licola appartenente al comune di Pozzuoli con la cosiddetta “Rotonda di Maradona” , snodo viario verso i comuni di Marano e Villaricca. Sul mezzo, di proprietà del padre di Raffaele Pennacchio, i due agricoltori avevano nascosto sotto un telone di canne di bambù circa 1.000 piante di cannabis dell’altezza media di circa 2 metri (alcune già essiccate ed altre appena recise) del peso complessivo di 1.000 chilogrammi. Una volta fermati i malviventi hanno tentato di fuggire a piedi per le campagne circostanti ma sono stati inseguiti dai militari che sono riusciti ad immobilizzarli dopo breve colluttazione nel corso della quale Vincenzo Marrandino ha cercato di impossessarsi, senza riuscirci, della pistola di un carabiniere. I Nello scontro fisico con i due malviventi, due carabinieri avevano la peggio e costretti alle cure dei sanitari con una prognosi di 10 giorni per contusioni. Successivamente scattavano le indagini da parte dei militari coordinati dal capitano Alessandro Andrei. Lungo via Torino, venivano individuati nelle campagne adiacenti l’abitazione dei genitori di pennacchio 2 capannoni di 1000 mq, uno dei quali realizzati abusivamente in muratura, con copertura di amianto e perfettamente allestiti per l’essiccazione e la conciatura della canapa. Al loro interno 14 stufe elettriche ed altrettanti ventilatori professionali; altre 1000 piante di cannabis indica in essiccazione, con foglie ed infiorescenze in avanzato stato di maturazione, per un peso complessivo di 500 kg. circa ma con principio attivo di “thc 10” volte superiore alle piante appena raccolte ottenuto grazie al trattamento; 5000 mila bustine di cellophane destinate alla conservazione della droga. Durante gli accertamenti tecnici effettuati nella mattinata successiva dal Las dei carabinieri di Casoria hanno consentito di documentare che dal quantitativo totale di principio attivo contenuto nello stupefacente sequestrato si potevano ricavare circa 2.500.000 di confezioni singole che, vendute al dettaglio, avrebbero fruttato fino a 12.500.000 di euro. A seguito delle indagini oltre all’arresto dei due contadini, i militari ponevano il manufatto di via Torino sotto sequestro e denunciavano in stato di libertà per concorso in coltivazione e raffinazione di stupefacenti 5 familiari di Raffaele Pennacchio.

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