giovedì 7 ottobre 2010

IN CENTINAIA PER RICORDARE ANTONIO ALBORETTI

DOLORE, MEMORIA E SPERANZA IN UNA FIACCOLATA
GRANDE COMMOZIONE DURANTE LA MARCIA, RICORDATE TANTE ALTRE VITTIME DELLA STRADA

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" e "Corriere Flegreo" giovedì 7 ottobre 2010


POZZUOLI. Le fiammelle illuminano quel sorriso di Antonio che a vederlo, per un attimo, rende dolci anche le lacrime. Papà Gennaro e mamma Giuseppina reggono lo striscione bianco “Antonio amarti è stato facile, dimenticarti impossibile” accanto il ritratto del loro figliolo, elegante, bello, sorridente. Brividi, gli occhi che si gonfiano, difficile trattenere la commozione dinanzi a tanto, il ricordo di Antonio mai sopito. Dietro di loro centinaia di persone, tante mamme, papà, amici, gente del quartiere, ragazzi grandi e piccoli. Avanzano per le strade del quartiere, fiaccole in mano, l’immagine di Antonio in mezzo a mamma e papà, intorno a loro il calore di un intero quartiere, poi un cerchio, lì dove quella maledetta domenica di 365 giorni fa morì Antonio. Le fiaccole messe ai piedi di un albero, in quel punto maledetto. Un cerchio composto da centinaia di persone, papà Antonio, mamma Giuseppina, Luigi, Donatella ringraziano quanti con loro hanno camminato per le strade del quartiere “per non dimenticare Antonio, ma anche per sensibilizzare, per le tante vittime degli incidenti stradali”. Con loro anche la mamma di Mario Grieco, 20 anni, morto lo scorso 23 maggio a seguito di un scontro tra il suo motorino e un’automobile, il papà di Luigi Ciaramella, morto a 19 anni 2 anni fa ad Ischitella sempre in un incidente stradale, e tanti altri genitori di tante vittime della strada. Sono uniti, nell’associazione AIFVS (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus), presente lunedì sera con striscioni, cartelli, con sopra raffigurati i volti delle vittime della strada. La messa in memoria di Antonio Alboretti officiata nella cattedrale San Paolo di Monterusciello, poi la fiaccolata che ha percorso le strade del quartiere. Tante t-shirt bianche indossate dai partecipanti, sopra il volto sorridente di Antonio racchiuso in un cuore. Poi l’accensione delle fiaccole, centinaia, e la marcia silenziosa per le strade del quartiere. Gli slogan, “contro quelli che non sono incidenti stradali, ma veri omicidi di strada” il let-motiv, la denuncia per “pene più certe e severe contro chi causa queste morti e spesso rimane impunito”. Il corteo che silenziosamente tocca le strade chissà quante volte percorse da Antonio in sella alla sua moto, la strada per andare a casa della nonna, dagli amici. Quella strada che in via Eduardo Scarpetta l’ha tradito quella dannata domenica 4 ottobre di un anno fa, lui e un altro automobilista lungo quel rettilineo, la caduta mortale. I palloncini blu e bianchi vengono fatti volare. “Giustizia per Antonio e per tutte le vittime della strada” gridano. Le indagini chiariranno le colpe del 35enne alla guida dell’auto, ora indagato per omicidio colposo. Alle nove il corteo giunge nel punto del tragico impatto. Un cerchio composto da centinaia di persone e fiaccole si ferma. Le torce messe a terra, il silenzio, il ricordo di Antonio che si fa vivo, cresce sempre di più, la sua figura pare materializzarsi lì in mezzo a tutti. Le lacrime, lo sguardo rivolto verso le foto di Antonio, sono ovunque, come quel sorriso, dolce e intenso, di fronte al quale anche la sofferenza, la tristezza, la disperazione devono fare un passo indietro.

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