POMEZIA/NAPOLI. “Ieri, anziché andare a casa sono andato a Pomezia ad incontrare queste lavoratrici- ha affermato D'Annibale - e la situazione che abbiamo trovato è una situazione che non ho mai riscontrato. Un’azienda in un anno riduce il personale di oltre 300 unità, senza un licenziamento, tutte dimissioni. Personale quasi tutto femminile,dimissioni volontarie. La situazione era davvero pesante al di la dell’appoggio delle forze dell’ ordine,vigili urbani, carabinieri, vigili del fuoco sul tetto. Le donne erano davvero imbufalite camminavano sui cornicioni, avevano bottiglie di benzina, minacciavano gesti eclatanti quindi abbiamo dovuto con pazienza trovare i momenti di calma necessari per riprendere il dialogo, tant’è questa mattina una delegazione è arrivata qui in consiglio regionale. Insieme abbiamo preso impegni per affrontare la questione in termini istituzionali coinvolgendo il sindacato ovviamente, cercando di rintracciare la proprietà dell’azienda Le donne ieri sera e questa notte dicevano che il signor Giorgio Arcobello, la signora Marilena D’Orazio, già noti come imprenditori con qualche problema, mi segnalano. Noi non abbiamo nemmeno fatto in tempo a verificare se sono questi i proprietari. Se sono queste, mi passi il termine “le teste di legno” di una lunga sequela di cambio di nome dell’azienda, ci stanno segnalando che l’ azienda in pochi anni ha cambiato 15 volte nome e ragione sociale,siamo di fronte a scatole cinesi e si svuotano e si riempiono a seconda del bisogno ma il dato drammatico è che queste donne hanno lavorato per un anno senza percepire mai lo stipendio interamente vantano tutti crediti dai 9 ai 15 mila euro a testa. L’ altro ieri avevano promesso un acconto di 800 euro ieri si sono rincontrati con delle lavoratrici per dirgli che c’erano solo 250 euro per 15 dipendenti quindi una cosa ignobile non trovo parole diverse è lo stato del lavoro in questa parte della regione Lazio”. “Questa notte - continua D'Annibale - quando il sindaco di Pomezia, il sottoscritto in qualità di consigliere regionale, il sindacato quando abbiamo lasciato le lavoratrici che sono rimaste ovviamente ad occupare l’azienda è arrivato un furgone bianco che ha caricato due computer. I computer contengono i dati del personale e non solo ovviamente in mattinata dicevano che avevano subìto un furto addossando la colpa al presidio. E’ ovvio che le forze dell’ ordine erano li con noi a far ragionare l’unico rappresentante dell’azienda che era un avvocato che ieri cercava di arrampicarsi sugli specchi in malo modo ma anche davanti a noi questo avvocato ha tentato di dividere i lavoratori in maniera 'stravagante' diciamo così".
“Abbiamo chiesto questa mattina l’immediata convocazione dell’azienda in commissione lavoro e nella stessa giornata abbiamo chiesto all’assessore di convocare immediatamente un tavolo per affrontare la questione ed aprire la vertenza come si fa in uno stato repubblicano. Le commesse di quest’azienda sono di caratura nazionale ed internazionale”.
“Sono rimaste quasi tutte donne mentre si sono 'dimessi' in maggioranza uomini. Questa azienda - conclude il Consigliere - ha sfruttato le norme per la stabilizzazione dei precari ha incassato i soldi e dopo ha iniziato a tagliare incentivando le dimissioni volontarie creando disperazione in azienda, sfruttando le leggi dello Stato, Ministro Damiano per intenderci, che ha inserito l’elemento del contributo per chi stabilizzava, hanno preso i soldi ed hanno iniziato questa “battaglia” contro le dipendenti dell’azienda. Le buste paga sono ufficiali ma sono vuote essendo l’ultima busta paga di Novembre 2009”.
D'annibale, GRAZIE
RispondiEliminaSperiamo che le indagini arrivino anche a Napoli, ci siamo anche noi 350 vittime dello stesso innominabile che ha pure il coraggio di minacciare querele, invece di vergognarsi!!!!
RispondiEliminaLadri e truffatori, verso i loro dipendenti e verso lo stato
Daniela Brigante
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RispondiEliminaSto ricevendo delle minacce da una persona, legate alla vicenda Crossing. Minacce che ho saputo di aver ricevuto (non direttamente) anche da alcuni personaggi di Pomezia che, fino ad ora, non ho ancora avuto il piacere di sentire con le mie orecchie o leggere con i miei occhi. Vogliono farmi chiudere il blog a tutto i costi, così come vogliono farmi stare zitto ( ho già ricevuto una querela insieme al mio giornale per la vicenda Napoli ) ma fino a quando avrò anche la minima possibilità di parlare e farvi parlare statene certi che non mi tirerò indietro. Pertanto vi chiedo collaborazione, firmatevi nei commenti e non utilizzate espressioni ingiuriose/offensive/diffamatorie verso terzi.
RispondiEliminaGennaro Del Giudice
sono gg ke si parla di questa "vertenza herla" ma fin'ora nn si è detto il nome dell'avvocato. si sn fatti i nomi di tutti tranne di questa persona. vorrei saperlo ank'io, se possibile, visto ke sn ancora una dipendente herla. grazie.
RispondiEliminal'avv. è Marco Vilone e pure io sono una dipendente senza stipendio...
RispondiEliminaSalve a tutti. Io sono una ex dipendente della herla, nomino questa come ultima, ma risalgo ai tempi d'oro di ermetel. Volevo sollevare un quesito: ma nessuno pensa a tutti i soldi che devono avere gli ex dipendenti? nel mio caso si parla di 12 mila euro. Tanto giusto frastuono per gli attuali dipendenti, ma coloro che son stati costretti ad andar via continueranno a prenderla in quel posto?
RispondiEliminaOcchio Arcobello, prima o poi troverete un matto che per strada, casualmente, vi ricorderà tutti i soldi che avete rubato..
Fossi in voi venderei uno dei tanti appartamenti all'axa e pagherei chi per tanti anni ha lavorato per voi. In ogni caso, fate schifo, Giorgio e Marilena, vergognatevi ladri e truffatori che altro non siete, vergognatevi!
DI MATTI PER STRADA CE NE SONO TANTI...
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