IN MANETTE ANCHE FRATELLO E NIPOTE DI UNO DEI DUE CONTADINI ARRESTATI NEI GIORNI SCORSI
di Gennaro Del Giudice
LICOLA/LAGO PATRIA. Ancora quintali di droga sequestrati, Licola, Varcaturo e Lago Patria sommerse da tonnellate di marijuana. In tutto, in meno di una settimana oltre 2500 chilogrammi di marijuana sequestrati per un valore di mercato stimato intorno ai 18 milioni di euro, una sorta di “holding della marijuana” nostrana. Mercoledì oltre mille e duecento piante rinvenute, pari ad oltre mille chilogrammi per un valore di mercato stimato intorno ai sei milioni di euro. Ed altre due persone che finiscono in manette per produzione, coltivazione e detenzione illecita di stupefacente. Domenico Marrandino, 44 anni, residente a Giugliano in Campania, agricoltore, incensurato e Nicola Marrandino, 24 anni, anch’egli residente a Giugliano ed incensurato, fratello e nipote di uno dei due agricoltori arrestati qualche giorno fa per gli stessi reato. Quello di mercoledì il secondo maxi-sequestro, dopo i ritrovamenti di via Nullo a Licola e via Torino, nel corso del quale furono rinvenuti dai carabinieri mille e cinquecento chili di marijuana nascosti a bordo di un camion e in una serra. Quantitativi in possesso di due contadini, Raffaele Pennacchio e Vincenzo Marrandino, entrambi fermati e dopo una colluttazione con i militari arrestati e condotti presso il carcere di Poggioreale. Poi la successiva individuazione di capannoni in cui veniva conciata la canapa, con strumentazioni e mezzi per conservazione, essicazione e confezionamento della sostanza stupefacente. Epilogo, sequestro di immobili, macchinari, due arresti e altre cinque persone denunciate a piede libero. Ma le indagini non si sono fermate, battute palmo a palmo le zone al confine tra il giuglianese e i Campi Flegrei. Rastrellamenti e controlli a tappetto tra Licola, Varcaturo e Lago Patria, ribattezzato il “triangolo della marijuana”. Al setaccio campagne, terreni agricoli lungo i chilometri quadrati di terreno, al lavoro i carabinieri della stazione di Varcaturo che dal giorno successivo al maxi-sequestro in via Nullo e via Torino hanno portato avanti un’azione di screening in tutta l’area. Militari che si muovevano tra le campagne, in quei terreni negli ultimi anni invasi da colate di cemento armato selvaggio. La sensazione che potesse esserci altro oltre a quei 1500 chili di piante, la ricerca circoscritta alle campagne tra via Staffetta e via Pacchianella. Campagne nelle quali, tra una foltissima ed alta vegetazione fatta da rovi e canne di bambù, dopo aver aperto un varco tra le sterpaglie hanno trovato un sentiero. Circa 50 metri percorsi tra le piante e la scoperta: due campi di circa 1000 metri quadrati nei quali erano stati seminati in totale circa 1200 piante di cannabis la cui altezza raggiungeva i 3 metri e mezzo. Nella sterminata coltivazione di piante, molte con foglie ed infiorescenze in avanzato stato di maturazione ed altrettante, poggiate al suolo e già potate. La scoperta in un ampio spazio alle spalle di due esclusive villette a due piani, risultate tra l’altro già poste sotto sequestro un anno fa dai vigili urbani del comune di Giugliano. Oltre al lusso delle due abitazioni anche la presenza di un manufatto in costruzione anch’esso risultato abusivo e privo di licenze. Pertanto i due proprietari, Domenico Marrandino e Nicola Marrandino rispettivamente fratello e nipote di Vincenzo, arrestato qualche giorno fa, venivano ammanettati con l’accusa di produzione, coltivazione e detenzione illecita di stupefacente nonché per violazione di sigilli e condotti presso il carcere di Poggioreale. Gli oltre 1000 chilogrammi di piante di marijuana sequestrate e destinate al macero, così come venivano poste sotto sequestro le abitazioni e il manufatto abusivo. Un secondo grosso ritrovamento di marijuana che farebbe presagire ad un collegamento tra le quattro persone arrestate e le 5 denunciate a piede libero, una sorta di holding della droga che viste le quantità attiva su grosse piazze di spaccio nazionali e internazionali.
Ho appena finito di leggere il suo articolo, e devo dire che sono rimasta affascinata dalla sua dote di "cantastorie", che sicuramente le avra' fatto vendere tante copie del suo giornaletto.
RispondiEliminaSono lieta di sapere che esistono persone piene di inventiva come lei signor del giudice, e appena avro' qualche fantasticheria da raccontare contattero' senz altro lei.
Marina Capocotta
gentile lettrice, nulla contro la sua critica che rispetto pienamente, ma una precisazione per dovere di cronaca: le informazioni riportate nell'articolo sono contenute in un comunicato inviato a tutte le redazioni dal comando provinciale dei carabinieri.
RispondiEliminaLa ringrazio allora per la gentile e cordiale risposta...detto questo non posso far che aggiungere, che "il pesce puzza dalla testa".
RispondiEliminaMarina Capocotta
Se lei ritiene non veritiera questa versione, attraverso le pagine di questo blog ha la possibilità di precisare, smentire o aggiungere a quanto scritto. Pertanto se lei vuole può rendere nota la Sua versione che suppongo, viste le contestazioni al sottoscritto, lei crede di conoscere pienamente. Non esiti a contattarmi al mio indirizzo di posta elettronica ge.delgiudice@libero.it o direttamente dalla voce commenti, inserendo quella che ritiene (spiegando da quale base parte la Sua ricostruzione) quanto realmente per Lei accaduto.
RispondiEliminaLa ringrazio anticipatamente