di Gennaro Del Giudice
venerdì 8 ottobre 2010
LITE A SCUOLA, MAMMA MIMACCIA IL SUICIDIO
TENSIONE ALL'ISTITUTO MAGISTRALE "VIRGILIO"
di Gennaro Del Giudice
TUTTO E' COMINCIATO DOPO UN CAMBIO DI SEZIONE
LA TRAGEDIA EVITATA GRAZIE ALL'INTERVENTO DEL 118 E DELLA POLIZIA
di Gennaro Del Giudice
servizio pubblicato sul "Roma" e "Il Corriere Flegreo"
POZZUOLI. E’ prima salita sul davanzale della finestra all’ultimo piano dell’istituto scolastico frequentato dalla figlia, poi ha minacciato di gettarsi nel vuoto. Un suicidio sventato grazie all’intervento dei sanitari del 118 e degli agenti di Polizia che l’hanno persuasa, convincendola a scendere. Momenti di alta tensione, attimi di concitazione, vissuti nella mattinata di martedì all’interno dell’Istituto Magistrale Statale “Virgilio” di Pozzuoli. “Mia figlia di soli 14 anni è stata discriminata, considerata ed accusata da una docente di essere una violenta, spostata di classe senza che io venissi avvisata, io come madre non rispettata e presa in giro. Il mio è stato un gesto forte in preda alla disperazione” Maria Cristina Coppola, 43 anni, puteolana, ha sul volto ancora i segni dell’agitazione per quanto accaduto appena 24 ore prima. La rabbia, un gesto inconsulto, lo shock per quanti hanno vissuto quei momenti concitati. “Siamo tutti ancora sconcertati e scioccati per quanto accaduto ieri mattina” racconta la preside dell’istituto “Virgilio” Renata Scala “In questo momento non ho nemmeno la forza di parlare ne di raccontare, abbiamo presentato una regolare denuncia per quanto verificatosi e ora sta alla magistratura procedere. Non posso dire nient’altro, ripeto siamo ancora tutti “scottati” e non ce la faccio a parlare” è quanto si limita a dire telefonicamente la dirigente. A seguito del tentativo di suicidio, una denuncia nei confronti della 43enne per “interruzione di pubblico servizio” la quale, a sua volta, ha presentato querela – denuncia al commissariato di Polizia di Pozzuoli nei confronti della stessa preside e di una insegnante. In mezzo, una ragazzina di 14 anni, figlia della donna, che lo stesso giorno, a seguito del gesto estremo da parte della propria madre, è stata costretta a ricevere le cure dei sanitari del Pronto Soccorso dell’ospedale “Santa Maria delle Grazie” dove si è recata accompagnata dal padre, “in preda a sintomi di ansia, tensione interiore e irritabilità” come refertato dai sanitari. Alla base della querelle, secondo quanto raccontato dalla signora Maria Cristina Coppola e contenuto nel testo della denuncia ( parole e ricostruzione dei fatti che non possono trovare conferma ufficiale nella controparte, cioè la dirigenza scolastica dell’Istituto Magistrale Statale “Virgilio” di Pozzuoli che ha confermato l’episodio accaduto martedì mattina ), una serie di comportamenti messi in atto da preside e insegnante ritenuti dalla donna “discriminatori” nei confronti della figlia. L’alunna, 14 anni, ripetente il primo anno dell’indirizzo psico-pedagogico, ad inizio anno scolastico, avrebbe chiesto alla vice-preside di sua iniziativa e senza informare la madre, di essere spostata di sezione per poter frequentare la stessa classe della cugina appena iscritta. Richiesta, a detta della signora Coppola, “prontamente accettata e messa in atto al primo giorno di scuola. Ma all’indomani, la cugina veniva spostata nella sezione che fino al giorno prima era stata di mia figlia la quale si ritrovava nella nuova sezione senza la cugina. A quel punto iniziavano le rimostranze di mia figlia, che chiedeva di poter ritornare nella sua classe di origine, richiesta che veniva rifiutata dalla preside”. Da lì, secondo il racconto della madre della ragazzina, la preside la contattava per “comunicazioni urgenti” e una volta recatasi presso l’istituto la madre, a sua detta all’oscuro di tutto, apprendeva quanto accaduto. A quel punto iniziavano le rimostranze della donna che al cospetto della dirigente scolastica chiedeva spiegazioni. “Mi è stato detto che non era possibile rispostare mia figlia di classe perché era una violenta, cosa che le era stata comunicata da una insegnante la quale, avendo una figlia diversamente abile, non avrebbe preferito la presenza della ragazzina”. Motivazioni che a detta della signora Coppola non la convincevano e che riteneva “diffamanti ed offensive” oltre a denunciare un comportamento arbitrario nei confronti dell’alunna, richiedendo pertanto le motivazioni ufficiali messe “nero su bianco” ma a sua detta “mai pervenute”. Successivamente un incontro chiarificatore tra la madre della 14enne e la preside, che avrebbe smentito ogni screzio ed ogni accusa nei confronti della minore. “Improvvisamente venivo avvisata che l’insegnante aveva accusato mia figlia di essere una bugiarda”. Il ritorno a scuola, la richiesta di spiegazioni anche al cospetto dell’insegnante accusata, la negazione di ogni screzio e “accuse” nei confronti della figlia. “Mi sono sentita presa in giro, hanno mancato di rispetto a me e principalmente a mia figlia. E’ assurdo che tutto venga fatto in maniera arbitraria da parte loro e cosa ancora più grave senza avvisare noi genitori. Hanno perso la “palla al balzo” spostando mia figlia perché non andava giù all’insegnante. Chiesi l’intervento della polizia che giunse dopo un po’ e facendo uscire prima mia figlia da scuola ce ne andammo”. Da quel giorno, un periodo di calma apparente, fino al concitato epilogo di due mattinate fa. “Mi sono recata a scuola per avere accesso al comodato d’uso dei libri, ritenendo di non trovare giusto di dover comprare i libri a causa di un cambio di sezione non richiesto e senza avere ad oggi nessuna risposta ufficiale in merito. Ma la preside mi rispondeva invitandomi ad allontanarmi in quanto mi aveva dedicato già troppo tempo”. Risposta, a detta della 43enne, che gli provocava uno stato “d’ansia e d’agitazione, la sensazione di essere stata raggirata” che la spingeva al gesto estremo. Approfittando dell’ora di ricreazione, la donna raggiungeva una finestra all’ultimo piano dell’edificio e da dove minacciava di lanciarsi nel vuoto. Tragico epilogo sventato grazie all’arrivo dei sanitari del 118. Un medico saliva al terzo piano dell'edificio bloccando la donna e "mettendola in sicurezza". Poi giungevano i vigili del fuoco e una volante di polizia dal vicino commissariato di Pozzuoli. La donna veniva convinta a desistere dall’intento. Nel frattempo momenti di confusione e caos. La figlia della 43enne veniva fatta uscire dai genitori anzitempo e condotta in ospedale. Poi le denunce nei confronti della donna per “interruzione di pubblico servizio” e da quest’ultima nei confronti della preside e dell’insegnante.
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